Quale è la parola d’ordine del new normal in ambito HR?
Riorganizzare
Tutti i modelli a cui siamo abituati sono saltati, ed è accaduto dall’oggi al domani senza darci il tempo nemmeno di chiederci COSA ne COME.
E’ stato qui e ora, senza commenti o pareri
Il coronavirus sta eliminando alcuni dei compiti che i dipendenti svolgevano normalmente: non ci sono clienti da consultare, viaggi da prenotare, aule da programmare, nessun evento da organizzare.
Le possibilità sono due: l’eliminazione di alcune posizioni o/e la riorganizzare il lavoro con la conseguente assunzione di responsabilità diverse, lato lavoratore e azienda.
Molti dei compiti che i dipendenti svolgono ora non sono mai stati neanche immaginati.
Le persone sono chiamate a gestire situazioni di crisi, controllare il rispetto delle indicazioni igienico-sanitari e coordinatore Team che lavorano in remoto o in Smart Working.
C’è poca certezza rispetto a ciò che sarà il lavoro che faremo o a come cambieranno le modalità di deployment.
Senza parlare dei lavori che spariranno con i relativi disoccupati da reinserire in un sistema in profonda crisi.
Come stiamo affrontando e gestendo the New Normal
Vi parlo della nostra esperienza di questi ultimi 4 mesi, della mia e di quella dei miei dipendenti, dei fornitori e dei clienti.
Nella dimensione della miei società – ETAss e del British Institutes – ovvero il settore della formazione, gli effetti sono stati immediati e deflagranti.
Tutti i corsi sono stati immediatamente bloccati perchè le organizzazioni di formazione sono state equiparate alle scuole, e stante la chiusura immediata del sistema scolastico noi ci siamo ritrovati nell’arco di qualche ora a comunicare a tutti i clienti e docenti che le attività erano sospese sino a nuova comunicazione.
Lo shock è stato grande perchè la domanda è stata una: e ora?
Avevamo due problemi grandi da affrontare: come gestire i clienti che avevano già acquistato i corsi e avviato le attività e come affrontare il futuro.
La rivoluzione del Digital Learning: dentro e fuori l’aula
Siamo immediatamente passati al Digital Learning (che usavamo già in blended) effettuando ulteriori investimenti in piattaforme professionali.
Abbiamo rifatto totalmente programmi e materiali didattici, studiato e adottato nuove metodologie.
Abbiamo fatto formazione ai docenti sull’uso della piattaforma e sulle nuove metodologie.
Abbiamo comunicato ai nostri clienti i nuovi prodotti spiegando i nuovi valori e gli indicatori di qualità.
Ma il grande cambiamento è stato il nostro modo di lavorare e soprattutto di comunicare tra noi.
Tutto più faticoso perchè da organizzare sempre: una call va fissata con anticipo con le agende di tutti i partecipanti; in ufficio ci si parla, anche alla macchina del caffe. Tutto più lento: fare una domanda a un collega implica mandare una mail, aprire una chat e aspettare i tempi di risposta. Nemmeno l’uso del telefono è più lo stesso: la gente è perennemente in call.
Una cosa è davvero cambiata, tanto: l’uso del tempo e l’organizzazione dei processi. E su questo stiamo lavorando moltissimo anche per proporre dei Learning project che abbiano l’effetto di rendere tutto più fluido e efficace, tenendo anche conto del differente livello di digitalizzazione delle persone in azienda.
La Employee Experience ha totalmente cambiato i parametri e chiede nuovi modelli coerenti con l’ambiente e il momento
Tutti, dagli operai in officina agli C-suite hanno dovuto riorganizzare il lavoro, e in qualche aspetto e per talune attività questi cambiamenti sono diventati permanenti.
In questa situazione è indubbio che sia fondamentale accompagnare le persone ad affrontare the new normal e dotarle delle skill ma anche dei mindset e visioni che possano sostenere tale processo, avendo sempre due obiettivi imprescindibili l’uno dall’altro: performare e far si che le persone possano vivere positivamente la situazione.