Benvenuto nella tua nuova azienda!
Sei una new entry in azienda? Preparati a non sapere dove sia ciò che ti serve per fare ciò che ti viene chiesto e a non sapere a chi chiedere.
Non bastano le difficoltà a trovare nuove risorse da inserire in azienda, se a questo si aggiungono errori di onboarding che rischiano di fare perdere le persone di nuovo inserimento in pochi mesi.. beh allora è davvero un problema.
Un’esperienza di onboarding confusa e non intuitiva può creare un senso di frustrazione nei nuovi dipendenti – soprattutto se al primo impiego o comunque junior – e rendere negativa la prima impressione del loro nuovo ambiente di lavoro.
Leggendo una recente ricerca di Glean su 2.000 knowledge workers negli Stati Uniti emergono molti dati interessanti, vero che riguardano una realtà lontana da noi ma sono spunti molto importanti perché generalmente l’America ci fa da celluna sentinella rispetto a ciò che tra poco accadrà anche in Italia.
Vediamo quali sono i dati salienti: l’81% dei dipendenti ha dichiarato di sentirsi “sopraffatto” dalle informazioni durante il processo di onboarding; il 69% degli intervistati afferma di aver faticato a trovare le informazioni necessarie quando ha iniziato il proprio lavoro e il 76% che la possibilità di accedere alle informazioni senza dover chiedere aiuto avrebbe dovuto farli sentire più produttivi (o comunque così valutati dai loro responsabili) nel loro nuovo ruolo.
In definitiva, la ricerca ha rilevato che i problemi che iniziano durante l’onboarding potrebbero persistere per tutto il ciclo di vita in azienda.
Persino i dipendenti già inseriti da lunga data hanno risposto che trascorrono in media 13 minuti alla ricerca in autonomia di informazioni prima di chiedere aiuto ed eseguono queste ricerche 35 volte a settimana.
Alla radice del fenomeno potrebbe incidere significativamente il fatto che molte persone vengono inserite in azienda con un contratto che prevede lo smart working assoluto, ciò potrebbe comportare ulteriori sfide sia per i dipendenti che per gli HR.
Proprio per questo è necessario investire nel miglioramento del processo di onboarding, anche per i lavoratori remoti, poiché l’onboarding determina la qualità dell’employee experience di ogni dipendente all’interno di una nuova azienda ed è un periodo formativo che determina tutto, dalla fiducia nel nuovo lavoro alla soddisfazione dei dipendenti.
I risultati del sondaggio sottolineano quanto sia fondamentale per i responsabili delle risorse umane fornire modi migliori per rendere il processo più fluido e intuitivo e avere una guida per evitare situazioni di solipsismo e di abbandono.
Rispetto a questo tema di grande supporto diventa programmare piani di accompagnamento formativi e di coaching a favore delle new entry, meglio ancora nella formula del Team Coaching con gruppi misti di personale di recente inserimento con dipendenti fidelizzati ed esperti delle dinamiche aziendali.
Caso fare lato HR? Un’analisi del proprio fabbisogno di Talent Acquisition e programmare una serie di attività funzionali a creare una condizione di accoglienza e inserimento positiva ed efficace.