Come contrastare un mercato del lavoro in calo demografico? Punta su welfare e formazione

20 Lug 2022 | Blog

L’occupazione cresce, ma sta cambiando fortemente.

In Italia il tasso di occupazione sale al +4,8%, ma questo dato ci consegna una foto con contorni sfumati e dai tratti confusi (Unioncamere, primo trimestre del 2022).

A livello regionale, la Lombardia mostra dati di occupazione di 8 punti sopra la media nazionale, ma più bassa rispetto al periodo: sembra un dato irrealistico, mentre è solo il risultato del fatto che le altre regioni hanno pagato in maggior misura un calo dell’occupazione nei mesi più duri della pandemia e la ripresa è stata molto più significativa e il recupero maggiore.

Cosa sta accadendo nel mercato del lavoro?

Il mercato del lavoro sta cambiando e mostra dei movimenti e dei fattori del tutto inediti. Ma cosa è successo negli ultimi 10 anni?

A livello di occupazione, ci sono oltre 1,7 milioni di lavoratori over 55 in più (dati Eurostat) e – sulla base delle serie Istat – gli occupati più giovani, quelli nella fascia tra i 15 e i 34 anni sono diminuiti di quasi un milione di unità (tra 5,88 e 4,90 milioni tra il 2011 e il 2020).

Prendendo la Lombardia come regione guida del trend italiano, quello che notiamo è una forte criticità dovuta al momento di grande trasformazione del mondo del lavoro e del sistema delle imprese che richiedono nuove competenze e processi di upskilling e reskilling adeguate al cambiamento economico in corso.

E, a questo, si aggiunge un elemento inedito: il calo demografico.
Le coorti generazionali tra i 15 e i 25 anni, ossia le persone che si accingono ad entrare nel mercato del lavoro, sono inferiori alle coorti dei pensionandi.
Su questo tema non c’è mai stata una riflessione adeguata, né tantomeno politiche di intervento.

Quali sono invece i numeri su Milano, intesa come area metropolitana?
Nei prossimi 5 anni andranno in pensione 200 mila persone e, nel mercato del lavoro, ne entreranno 150 mila. Cosa significa in concreto? Significa che per il solo effetto demografico, si perderanno 50 mila lavoratori.

Come cambierà quindi il mercato del lavoro

Le aziende avranno meno risorse da incontrare, selezionare assumere e, per contro, gli Junior Talent avranno molte più opportunità di scelta.

Diventeranno strategici alcuni fattori cari alle generazioni a cui ci si rivolgerà. I giovani lavoratori sono molto attenti agli aspetti culturali, sociali ed etici. Ma non solo: confidano nella possibilità di crescere professionalmente grazie alla formazione, di fruire della flessibilità oraria e delle nuove modalità di lavoro, come il remote working, rispetto alle generazioni precedenti.

Tutti elementi che diventeranno determinanti, oltre alla garanzia di un salario interessante adeguato, nella scelta di un’azienda piuttosto che un’altra.

Questa condizione sarà di grande stimolo per le aziende “illuminate”, quelle in cui la classe manageriale e gli imprenditori fanno tutti i giorni i conti con la comprensione di uno scenario che porta l’azienda a muoversi velocemente per consolidarsi e crescere.

Le aziende che punteranno su welfare e formazione avranno dalla loro parte un differenziale determinante da proporre alle nuove risorse da portare a bordo e ai dipendenti da trattenere per contrastare un altro fenomeno figlio del post covid, ovvero quello delle great resignation, le “grandi dimissioni”.

 

Laura Colombo