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Ti auguro una bella settimana.
Laura Colombo
Secondo i dati del Centro studi Confindustria, la crescita del Pil italiano scenderà ma con un valore decisamente molto meno sensibile rispetto alle previsioni di qualche mese fa e i dati qualitativi di gennaio delineano uno scenario in netto miglioramento.
Secondo Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS), Banca d’Italia – Eurosistema e Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL Servizi), tra gennaio e febbraio sono stati creati oltre 100.000 posti di lavoro, un incremento superiore al doppio di quello del bimestre precedente e maggiore di circa un terzo rispetto agli stessi mesi del 2019, precedenti la pandemia.
Abbiamo dato i numeri.
Ma sono importanti per capire quello che succede e succederà nel mercato del lavoro quest’anno e che tipo di impatto avrà sullo sviluppo aziendale.
Qui di seguito – grazie ai contributi di molti soggetti referenziati nell’ambito delle ricerche – vediamo quello che sta succedendo e che succederà rispetto al reperimento di nuove risorse da inserire in azienda.
Sempre più persone da inserire in organico…
Sono 386mila le assunzioni previste dalle imprese per il mese di febbraio e 1,2 milioni quelle per il trimestre febbraio-aprile, +68mila rispetto a febbraio 2022 (+21,5%) e +175mila con riferimento all’intero trimestre (+17,1%).
La dinamica positiva della domanda di lavoro delle imprese in questi primi mesi dell’anno si conferma anche confrontando i livelli pre-Covid (febbraio 2019), rispetto ai quali si evidenzia una crescita del 15,6%, pari a +52mila assunzioni.
… e sempre più problemi per trovarle
Cresce ancora il mismatch tra domanda e offerta di lavoro che riguarda il 46,2% dei profili ricercati, un valore superiore di circa 6 punti percentuali rispetto a un anno fa.
A creare maggiori opportunità di lavoro, accanto alle costruzioni sono per il manifatturiero, con in testa la meccatronica seguita dalla metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo.
I settori che sono in maggior affanno
D’altra parte, i servizi programmano 254mila ingressi e la filiera del turismo si conferma quale traino della domanda di lavoro (56mila ingressi).
Consistente anche l’apporto del commercio (52mila) e dei servizi alle persone (42mila).
Inoltre, secondo una recente stima Assintec – Assiform, in Italia ci sono 89mila posti di lavoro vacanti nel settore dell’information technology e di questi, circa 57mila opportunità accessibili anche per professionisti non laureati, ovvero per gli specialisti in uscita dai corsi degli IFTS.
Motivazione principale? Degiovanimento e mancanza di specialisti
A risentire maggiormente del mismatch sono le imprese della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (58,5% dei profili ricercati è di difficile reperimento), le industrie del legno e del mobile (56,1%), le imprese delle costruzioni (54,9%), le industrie tessili, abbigliamento e calzature (52,1%) e le imprese della meccatronica (51,5%).
L’impellenza del reskilling
Sul lato della formazione si dovrà procedere a un’importante attività di reskilling.
Secondo una recente ricerca svolta da The European House – Ambrosetti (fonte: rapporto “Next Generation digItaly”), entro il 2026 in Italia dovranno essere formati più di 2 milioni di occupati con competenze digitali di base per stare al passo con le necessità del mercato lavorativo.
È da questi presupposti che la European Commission ha dichiarato il 2023 “Anno Europeo delle Competenze” per promuovere la riqualificazione professionale e l’aggiornamento delle conoscenze.
La Commissione vuole incoraggiare l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, stabilendo l’obiettivo del 60% degli adulti che dovrebbe partecipare ogni anno ad attività di formazione.
In cima all’agenda le tematiche inerenti alla trasformazione digitale e la transizione ambientale.
Ma a risultare indispensabili sono anche le competenze trasversali
Secondo uno studio condotto da Skills Builder Partnership in collaborazione con CIPD, KPMG Italy e Edge Foundation, la mancanza di opportunità di sviluppo di competenze come capacità comunicative, risoluzione dei problemi e lavoro di squadra costa tantissimo alle aziende e alle persone.
Il report ha coinvolto oltre 2000 lavoratori, e più della metà ha dichiarato di aver perso opportunità lavorative per il mancato sviluppo di competenze trasversali, il che porta ad una minore soddisfazione professionale e di vita.
Di fronte a questo scenario cosa rimane da fare?
Investire su le Corporate Academy, sulla formazione continua e sulla comunicazione per la Talent Acquisition.
Laura Colombo
AD ETAss | Career and Digital Coach ICF and mBIT Certified | past Forbes HR Council Editor | LinkedIn Partner | HR Communication | Employer Branding | Talent Acquisition | Libera Pensatrice
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