L’Italia si è decisamente ripresa dalla recessione economica.
Il tasso di disoccupazione sta diminuendo: la crescita dell’occupazione sarà trainata da servizi amministrativi, alloggio e ristorazione, commercio all’ingrosso e al dettaglio, dagli operatori del settore ospitalità e retail, operai edili e liberi professionisti associati che rappresenteranno i settori e le figure professionali in più rapida crescita.
Più della metà delle offerte di lavoro totali (comprese le sostituzioni di posti di lavoro vacanti) richiederanno qualifiche di alto livello fino al 2030, ma le opportunità di lavoro per le persone con qualifiche medie saranno ancora ampie.
Attualmente – secondo l’Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro – tra le figure professionali ad alta e media qualifica, spiccano le seguenti occupazioni:
- SOFTWARE E FULL STACK DEVELOPER
- SISTEMISTA INFORMATICO
- ESPERTO CONTABILE
- SVILUPPO RISORSE UMANE
- SPECIALISTA VENDITE E MARKETING / DIGITAL MARKETING
- TECNICI E AGENTI COMMERCIALI
- IMPIEGATO AMMINISTRATIVO
- SPECIALISTA ASSISTENZA CLIENTI
- RECEPTIONIST
- CONTABILE / SPECIALISTA REGISTRAZIONI / ADDETTO BUSTE PAGA
A livello Italia.
Mentre in Lombardia, secondo Infojobs, tra le categorie professionali più richieste, ci sono i ruoli in amministrazione, contabilità, segreteria, acquisti, logistica, commercio, gdo, retail e turismo-ristorazione.
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Questo è il presente. Ma il futuro, cosa ci riserverà?
Tra i driver che stanno guidando il cambiamento nel mondo del lavoro ci sono la transizione digitale e ecologica
Il World Economic Forum, nel rapporto “Future of Jobs 2023“, mette a fuoco le professioni maggiormente richieste negli anni a venire.
In pole position troviamo gli esperti di ICT seguiti dagli specialisti nel settore della Sostenibilità, a seguire: analisti di Business Intelligence e di Sicurezza Informatica, ingegneri esperti di Fintech, data analyst e scienziati, ingegneri specializzati nella Robotica e nell’Elettrotecnologia, nell’Agritech e, infine, nella trasformazione digitale.
Molte occupazioni andranno a scomparire perchè sostituite da funzioni ICT: il cassiere, l’impiegato in banca, i segretari amministrativi, gli impiegati finanziari e molte altre posizioni.
Tutti destinati ad essere soppiantati – in tutto o in parte – da funzioni automatizzate.
Attualmente, a livello globale il lavoro sta cambiando “pelle” ovvero competenze richieste e modalità esecutive per il 23% dei lavori
È importante coltivare le skill dei dipendenti e formare gli Junior talent
Anche le skills richieste nel mondo del lavoro sono sempre più specifiche e stanno seguendo i trend del momento.
Dal report è emerso che le “Top 10 Skills of 2023” riguardano le skills cognitive, tecnologiche, di gestione, personali e sociali.
Entro il 2027 verranno eliminati 83 milioni di posti di lavoro ma ne verranno creati 69 milioni
Quali saranno i settori che saranno maggiormente interessati?
Scopriamolo insieme.
Il campo dell’agricoltura, delle risorse naturali e della produzione si aspettano l’impatto maggiore dal rallentamento della crescita economica globale, mentre la catena di approvvigionamento prevede il maggior spostamento di posti di lavoro: gran parte di questi saranno sostituiti da robot umanoidi.
Nell’ultimo decennio in Italia c’è stato un boom di investimenti nella transizione verde che ha innescato un aumento significativo dell’occupazione nei settori correlati.
Considerando la situazione occupazionale e del mercato del lavoro in generale, in relazione all’Italia e all’Europa non notiamo particolari discrepanze.
Si prevede che l’Italia avrà un tasso di abbandono del lavoro leggermente inferiore al 20% rispetto all’Europa (21%) o alle prospettive globali (23%).
In un mondo sempre più proiettato verso l’innovazione e il cambiamento, qualsiasi settore deve obbligatoriamente “tenere il passo”, continuando a puntare su innovazione e formazione
I settori maggiormente coinvolti nei processi d’innovazione segneranno un segno + nella tabella di crescita, e lo faranno in tempi davvero brevi.
Così come i settori che hanno avuto un blocco significativo negli anni del Covid e che adesso finalmente stanno recuperando.
Le tecnologie che ci accompagneranno sempre di più nella transizione verde e digitale differiscono da settore a settore.
Nei settori delle catene d’approvvigionamento e logistica, per esempio, l’innovazione sarà improntata sulla diffusione di veicoli sempre più autonomi ed elettrici mentre, per un settore come la cura e i servizi alla persona, il benessere, la salute e l’assistenza sanitaria, le innovazioni che faranno certamente la differenza, riguarderanno tecnologie sanitarie e assistenziali sempre più all’avanguardia.
Come si può sostenere la crescita economica e occupazionale in un prossimo futuro?
Esistono tre punti cardine sui quali bisogna puntare fortemente: investire nelle persone, nelle competenze e migliorare le performance ESG.
Inoltre sarebbe opportuno offrire ai workers la possibilità di svolgere la propria mansione in maniera ibrida, per i lavori che lo permettono, così da bilanciare in modo efficace il lavoro in ufficio con il lavoro da casa.
Puntare sulla formazione è fondamentale, ci consente di ampliare giorno dopo giorno il nostro bagaglio personale e ci permette di rimanere al passo con i tempi, andando a migliorare o a imparare le “Top 10 Skills of 2023”
Dalla ricerca, infatti, è emerso che la formazione e la crescita professionale sono considerati come uno dei benefit più importanti per due italiani su tre, vale a dire il 65% dei lavoratori.
Percentuale che cresce al 75% se si considerano solo coloro che hanno meno di 35 anni e un livello di istruzione elevato.
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Competitività e formazione del personale
Dai risultati della survey di Randstad “Employer Brand Research 2022”, si può comprendere come la formazione del personale incida fortemente sulla competitività dell’impresa, con benefici evidenti anche sul livello di fidelizzazione all’azienda e sulla retention dei dipendenti.
L’80% dei lavoratori ritiene molto importante avere la possibilità di riqualificazione e/o miglioramento delle proprie competenze, il 72% afferma che rimarrebbe in azienda se gli venissero offerte opportunità di crescita professionale attraverso l’upskilling e il reskilling.
L’intelligenza artificiale e l’ICT in generale sono un valido alleato degli HR perchè permettono di gestire ed elaborare i flussi di dati di proprietà dell’azienda.
Uno strumento non certo innovativo ma purtroppo ancora molto poco utilizzato in modo sistematico e tecnicamente valido, sono l’analisi del fabbisogno e del livello di competenza.
Le survey e le interviste di approfondimento consentono di avere un quadro della situazione estremamente puntuale e funzionale ad ottenere il meglio del ROI della formazione che ci si possa attendere. Ma va fatto in un modo professionale e accurato.
Che risultati – e benefici – può produrre l’analisi del fabbisogno?
Ad esempio, consente di analizzare il divario delle competenze interne all’azienda, di avere una panoramica del grado di formazione del proprio personale, di valutare e condividere abilità, conoscenze e identificare punti di forza e gap da colmare, ovvero tracciare la linea dei bisogni formativi attuali e futuri sulle reali esigenze dei lavoratori e creare percorsi per la crescita personale e professionale dei singoli dipendenti (career path aziendali o individual career plan).
Per un’azienda, all’epoca dell’intelligenza artificiale, investire nella formazione e nella crescita professionale dei dipendenti è importantissimo e strategico, perché consente non solo di mantenere l’organizzazione competitiva sul mercato ma costituisce anche un potentissimo strumento di attrazione, motivazione e retention dei talenti.
Laura Colombo
AD ETAss | Career and Digital Coach ICF and mBIT Certified | past Forbes HR Council Editor | LinkedIn Partner | HR Communication | Employer Branding | Talent Acquisition | Libera Pensatrice
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