New Normal HR: come affrontare le nuove dinamiche dei percorsi di carriera

10 Lug 2023 | Blog

Il modello di carriera lineare sta lasciando spazio a percorsi più frammentati e liquidi, dove le competenze diventano il fil rouge fra esperienze diverse, quasi a tracciare le linee di un “Io Professionale” che di volta in volta cambia di fisionomia in funzione delle competenze che aggiungiamo al nostro capitale professionale e agli accenti che vogliamo porre sulle nostre eccellenze e peculiarità.

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Dato che i datori di lavoro e i dipendenti devono affrontare un mercato del lavoro in continua evoluzione, le carriere non lineari possono diventare una nuova normalità?

Nella mia esperienza di Career Coach ho incontrato molte persone che si sono affidate a me per costruire, rileggere o rimodellare la propria carriera.

Le ragioni per intraprendere un percorso di questo genere sono state davvero tante e differenti: molto dipende dall’età, dal momento di crescita professionale in cui si compie questo percorso e dalle motivazioni di vita.

Ciò che ha accumunato tutte le persone che ho incontrato è stata la “necessità” di imparare a leggere le proprie valenze ma, soprattutto, di fare chiarezza sul proprio progetto di vita, ovvero sulle condizioni che possono dare a ciascuno di noi tranquillità e benessere.

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Una nuova normalità

Gli esperti concordano sul fatto che l’era in cui i lavoratori potevano ragionevolmente aspettarsi, o addirittura desiderare, un impiego a vita in un unico posto di lavoro è una reliquia del passato.

Guardiamo sempre agli USA, normalmente quello che accade laggiù da noi arriva tra i tre e i cinque anni dopo, ma poi arriva, nel bene e nel male.

Il Federal Bureau of Labor Statistics (BLS) ha recentemente riferito che il salto di lavoro non lineare non è più un’esclusiva della Generazione Z.

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Negli ultimi decenni, l’età lavorativa adulta, dai 25 ai 50 anni, fase cruciale della produttività e della capacità di guadagno di un dipendente, si è trasformata da un periodo di relativa stabilità a un momento di scoperta ed esplorazione.

I baby boomer – negli States – cambiano in media 11 posti di lavoro durante la loro età adulta lavorativa, i millennial, potrebbero essere sulla buona strada per cambiare non solo lavoro ma intere traiettorie di carriera ad un tasso ancora più elevato. E a quanto pare uno degli elementi che li decide a rimanere è la formazione: opportunità di crescita personale sempre più a scelta del singolo dipendente che si dipana tra corsi in presenza e online e che è in continua evoluzione e capace di rispondere a richieste ed esigenze in tempo reale.

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La formazione è una delle leve più potenti per attrarre e trattenere i talenti offrendo alle persone concrete opportunità di crescita e di carriera interna

Viviamo nell’era della “carriera episodica”

Per le persone che sembrano accettare questa nuova norma e sono disposte a negoziare il proprio posto – anche all’interno dell’azienda di appartenenza – la traiettoria della carriera moderna non è necessariamente una scalata verso una destinazione, ma piuttosto un continuum.

È un viaggio tra episodi, con esperienze lavorative che si contaminano e si sovrappongono, creando nuove opportunità di occupazione a volte del tutto inedite ed inattese.

Ma a cosa dobbiamo in particolare questo nuovo fenomeno?

La crescente importanza delle competenze trasversali (e trasferibili), ovvero quelle rilevanti in una varietà di settori lavorativi, come ad esempio la gestione del team e il servizio clienti, creano opportunità di impiego in molte realtà e industry ma aprono anche nuove strade per l’avanzamento (o lo spostamento) all’interno dell’azienda.

La chiave è aiutare le persone a individuare la giusta narrazione attraverso cui valorizzare le strade di sviluppo della propria vita, gli episodi che collegano esperienze e storie differenti, evidenziando al contempo le abilità trasferibili acquisite.

Meno rilevanza al Curriculum e maggiore interesse sulla storia che collega le esperienze e le competenze acquisite

Ciò che sta diventando prezioso sono le persone con alte capacità di adattamento e sintesi, che possano assumersi la responsabilità di una situazione, in grado di pensare in modo agile e veloce: quelle descritte non sono competenze e abilità specifiche di un settore, ma fanno capo alla persona e alle sue esperienze.

I datori di lavoro prestano attenzione a due fattori: la capacità di svolgere il lavoro e la motivazione dimostrata

Più la propria storia professionale può rispondere positivamente a queste domande, meno un datore di lavoro sarà preoccupato nel dire di sì, anche se la transizione dal settore di partenza a quello di arrivo non è convenzionale.

La chiave vincente è una: sviluppare un racconto professionale chiaro e onesto sul motivo per cui la transizione di carriera non lineare abbia un senso per l’individuo e soprattutto per chi lo accoglierà nel proprio organico.

Un’azienda oggi è vincente se riesce a proporre alle persone di sperimentare carriere e ruoli differenti nel tempo, senza dover mai lasciare l’azienda: in questo modo l’esigenza di sperimentare nuove strade nel corso della vita può essere soddisfatta senza necessariamente cambiare organizzazione.

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Avere una visione di lungo periodo nel bel mezzo di una carriera episodica è più facile per alcuni che per altri, ma per tutti è certamente importante costruire il capitale di carriera, ovvero le abilità e le conoscenze che si accumulano durante la vita lavorativa, essenziali per progettare e vivere un lavoro soddisfacente (come le definisce nel suo libro “So good they can’t ignore you: why skills trump passion in the quest for work you love”, Cal Newport).

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fonte: https://calnewport.com/

Una carriera non lineare può assumere molte forme, una delle quali è cambiare ruolo, accettando un lavoro in una nuova azienda, potenzialmente con un nuovo titolo, o passando a un altro settore.

Un cambiamento come questo può essere fonte di benessere ma anche di frustrazione ed è quindi fondamentale scegliere con attenzione il nuovo ruolo e la azienda culturalmente più adatta a costituire l’ambiente ideale per la nuova carriera.

L’applicazione della teoria del capitale di carriera è importante per la scelta di un lavoro per più motivi.

1 – Nel mercato ci sono molti lavori adatti per te.

Le abilità, sia quelle tecniche che quelle trasversali, sono ampiamente applicabili. Spesso però siamo portati a vederci come la nostra Job label ci ha descritti e non in termini di cosa davvero sappiamo fare.

Se si ha esperienza nelle relazioni con i clienti, ci sono molti lavori che si potrebbero fare in industry completamente diverse e con livelli di responsabilità totalmente differenti. Ci sono opportunità lavorative che spesso non vengono prese in considerazione ma che potrebbero essere svolte in modo eccellente grazie alle competenze acquisite in settori completamente differenti.

2 – Cambiare ruolo può essere molto impegnativo, mentre la ricerca di opportunità che corrispondano almeno in parte alle capacità e conoscenze possedute, può rendere questo cambiamento molto più gestibile.

L’apprendimento di una nuova cultura, terminologia e standard può richiedere molto tempo. Iniziare un nuovo lavoro in un ruolo per cui si è già dotati di alcune competenze essenziali può essere di aiuto a risultare maggiormente produttivo e a vivere l’inserimento con minori livelli di stress e fatica.

3 – L’utilizzo delle proprie capacità e competenze più preziose può aprire la strada a opportunità di carriera uniche.

 Per esempio, la conoscenza di una particolare tecnologia o area problematica può essere estremamente vantaggiosa per potenziali clienti o datori di lavoro.

Concentrarsi sul capitale di carriera può aiutare a considerare le opportunità di lavoro in modo più pratico.

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Una carriera non lineare significa molto di più che saltare da un ruolo all’altro

Un’altra possibilità è un cambio di traiettoria. E’ facile pensare che più a lungo si rimane in un lavoro, più ci siano opportunità di ricevere promozioni, uno stipendio più alto o un ambito più ampio. Tuttavia, questo semplice modello riflette solo a volte la realtà.

La carriera di tutti è non lineare in alcuni punti, o per alcuni periodi, ed è del tutto normale

La decisione di cambiare lavoro o ruolo professionale molto spesso dipende anche da una serie di fattori personali: età, società in cui si vive, famiglia. Il momento della vita in cui ci si trova condiziona scelte e percorsi; le aziende devono tenerne conto nel momento di una nuova assunzione o di una richiesta di cambiamento di ruolo o mansione all’interno della stessa realtà.

Per concludere, ecco i due punti chiave da ricordare:

1. Quando sei interessato a cambiare l’oggetto del tuo lavoro, ricordati di sfruttare le competenze che hai già accumulato nel tempo.

2. Quando prevedi che il ritmo del tuo lavoro cambierà, rifletti su come è probabile che cambi, fai un piano di preparazione per te stesso e per il tuo team e comunicalo quanto prima e spesso possibile.

Cosa possono fare le imprese per non perdere le migliori persone? Offrire loro occasioni di crescita (formazione) e di carriera (valutazione delle competenze e percorsi di mobilità interna).

Un’ultima nota per i responsabili delle assunzioni: siate aperti a background non tradizionali.

Le competenze trasferibili nella tua organizzazione possono essere davvero potenti e potrebbe capitarti di assumere qualcuno interessato alla tua organizzazione, in grado di fare passi da gigante negli step di avanzamento di carriera dopo l’onboarding.

Laura Colombo

AD ETAss | Career and Digital Coach ICF and mBIT Certified | ex Forbes HR Council Editor | LinkedIn Partner | HR Communication | Employer Branding | Talent Acquisition


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